il video – messaggio dell’ Arcivescovo Crepaldi
…è apparsa la grazia di Dio…
Messaggio Natalizio
+Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo-Vescovo
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Con l’incarnazione di Gesù “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” (Tt 2,11). L’affermazione dell’Apostolo Paolo ci invita a cogliere la dimensione più profonda del Natale: la sua dimensione divina. E’ apparsa la grazia di Dio perché il bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia è il Figlio unigenito di Dio: è Dio stesso. Appare la grazia di Dio che porta la salvezza a tutti gli uomini, perché in quel bambino la natura umana è stata assunta ad una dignità sublime. E “con la sua Incarnazione … il Figlio stesso di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato” (Gaudium et Spes, 22). A Natale, Dio dimostra il suo supremo interesse per l’uomo, la sua infinita passione per l’uomo perché Egli comincia a vivere la stessa vita dell’uomo, perché l’uomo cominci a vivere la vita di Dio. L’insegnamento dell’Apostolo Paolo ci svela anche la dimensione umana del Natale: la grazia di Dio “… ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà” (Tt 2,12). La grazia di Dio invita con forza e dolcezza l’uomo ad appropriarsi pienamente della dignità propria della sua natura, il cui splendore rifulge nel Verbo incarnato. Se in ciascuno di noi si realizza questo processo profondo, questa conversione dalla nostra empietà e dai nostri desideri cattivi, cominceremo a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia, e con pietà. Sobrietà nell’uso delle creature, giustizia nei rapporti con le persone, pietà verso ogni sofferenza umana.
2. Nella sua realtà più vera, il Natale è Dio con noi. Sì, cari fratelli e sorelle, Dio è con noi. Egli si è fatto piccolo per farci grandi. Il Natale del 25 dicembre è un qualcosa di convenzionale. Il Natale della vita è una risposta di amore, senza data e senza tempo. E’ stato scritto da un autore medioevale, il benedettino Ruperto di Deutz, che Gesù cambiò le molte parole degli scrittori biblici in un’unica parola: amore. Il Natale è la celebrazione di quel cambiamento. Di un rinnovato impegno di amore abbiamo tutti bisogno in un tempo segnato da numerose difficoltà dovute alla crisi economico-finanziaria che sta pesantemente colpendo numerose famiglie, lavoratori e giovani, ai quali va tutta la nostra solidarietà umana e cristiana. Di un rinnovato impegno di amore abbiamo bisogno per dare valore e speranza al nostro vivere civile che, nella nostra città di Trieste, è stato funestato dalla tragica morte di due giovani: Giovanni Novacco e Francesco Pinna. Di fronte alle tante difficoltà, molti sono gli interogativi che avvertiamo nel nostro cuore. L’uomo progredisce oppure sta degradando la sua umanità? Che cosa sta prevalendo nel mondo, il bene sul male o il male sul bene? Cresce fra gli uomini la vera giustizia e l’equità, il rispetto del diritti di ogni persona umana e di ogni popolo? A questi interrogativi del cuore risponde l’evento santo del Natale del Signore Gesù: “Non temete:… oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,11). Non la paura, ma la fiducia e la speranza dobbiamo pertanto coltivare, perchè il Natale ci dona l’umile ed incrollabile certezza che ora e per sempre “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. Buon Natale a tutti!