21 novembre 2011 | Nel giorno della Festa della Madonna della Salute, nel corso della solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, prima dell’omelia, è stata data lettura del decreto con il quale viene attribuito alla Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore il titolo di Santuario Diocesano.
Di seguito riportiamo un estratto del decreto con la motivazione del conferimento del titolo e il testo dell’omelia dell’Arcivescovo.
«La devozione dei fedeli alla Madonna della Salute che, dal 21 novembre dell’anno 1849, si esprime ininterrotta e con grande concorso di popolo, specialmente nel giorno della memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria, è motivo di grande edificazione spirituale per la Diocesi e per la Città di Trieste. Tale devozione, che ha prodotto e continua a produrre frutti abbondanti di grazia e di rinnovato fervore di vita cristiana, si manifesta in modo particolare nel tradizionale pellegrinaggio dei fedeli che, in forma individuale o comunitaria, raggiungono la sunnominata Chiesa di S.Maria Maggiore per partecipare alle predicazioni della Novena, alla celebrazione delle SS.Messe e per venerare l’effigie della Madonna della Salute in essa conservata, affidando alla materna intercessione della Vergine Santissima le loro preghiere al Signore.
In considerazione della peculiare funzione liturgica che la Chiesa di S.Maria Maggiore svolge quindi a beneficio dell’intera Diocesi, facendomi interprete del sentimento di filiale devozione dei fedeli alla Vergine Santissima venerata come Madonna della Salute, intendo pertanto conferire al medesimo luogo di culto il titolo di “Santuario”».
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DIOCESI DI TRIESTE
Madonna della Salute
21 novembre 2011
+ Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo-Vescovo
Carissimi Frati e Suore Francescani dell’Immacolata, cari confratelli nel sacerdozio, fratelli e sorelle,
1. Sono lieto di essere qui in questa chiesa dove si venera da parte di tutto il popolo di Trieste, con intensa pietà e fervida devozione, la Madonna della Salute. L’affetto per la Mamma Celeste, la Madonna della Salute, aiuto e sostegno del popolo cristiano, ci ha raccolti numerosi in questo splendido tempio nel giorno della festa a Lei dedicata. Verso di Lei desideriamo volgere il nostro sguardo fiducioso, sguardo della mente e del cuore, per contemplare il mistero della sua santa verginità e della sua provvidente maternità. «Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù» (Gv 3, 1). L’evangelista Giovanni, nel sottolineare il segno miracoloso avvenuto a Cana, vuole farci capire che Gesù trasformando l’acqua in vino buono, ci dona la grazia della Nuova Alleanza, quella offertaci dal Signore Gesù nel dono totale di sé. Egli, offrendo nella croce la propria vita per noi, ci ha amato per primo e ci ama in ogni istante come se fosse l’ultimo istante. Gesù, l’Amore in persona, ama ogni uomo in modo esclusivo e definitivo. Per questo, come scrive un antico Padre d’Oriente, «Oggi possiamo tutti sederci al banchetto della Chiesa, poiché il vino è mutato nel sangue di Cristo e noi tutti ne assumiamo in santa letizia».
2. Nel brano evangelico delle nozze di Cana troviamo registrata la vigile e materna attenzione di Maria. Ella raccoglie le necessità e i bisogni degli uomini e fiduciosa li affida al Figlio. Il Concilio Vaticano II, sottolineando con forza il ruolo salvifico di Cristo –“unico mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso” -, ha parlato anche della “funzione materna di Maria verso gli uomini che in nessun modo oscura o diminuisce l’unica mediazione di Cristo”, anzi ne mostra l’efficacia. La potente intercessione della Beata Vergine Maria verso gli uomini scaturisce, infatti, da “una disposizione puramente gratuita di Dio, sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita” (LG 60). Al centro del racconto evangelico, infatti, ci sono queste parole di Maria: “Fate quello che vi dirà”. Esse testimoniano il ruolo della Madre celeste che si concretizza in un’accorata esortazione all’ascolto e all’accoglienza del Figlio e della sua parola. Oggi suonano come un forte monito per tutti noi ad abbandonarci fiduciosi alla parola del Figlio di Dio, parola che illumina il cammino della Chiesa e dell’umanità, perché il Figlio di Maria, come insegna il Vangelo di Giovanni, è il Verbo (la Parola) di Dio fatto carne: Egli è Luce, Via, Verità, Vita, le sue parole “sono spirito e vita”, sono “parole di vita eterna”.
3. Carissimi fratelli e sorelle, con la lettura del Decreto, fatta dopo la proclamazione del Vangelo, è stata resa pubblica la volontà del Vescovo di istituire la Chiesa di Santa Maria Maggiore come Santuario Diocesano: luogo privilegiato di pietà mariana e di fervore orante dove incontrare la Vergine Maria e, attraverso di Lei, il Signore Gesù. Un luogo speciale, quindi, dove lasciarsi prendere per mano dalla Madre per andare all’incontro con il Figlio Gesù. Un luogo per imparare ad essere discepoli del Signore come lo fu Maria che, oltre ad essere Madre, fu anche Discepola di Gesù. Un luogo dove sentirsi accolti dalla Madonna per lasciarsi rigenerare dallo Spirito del Padre e del Figlio. Un luogo spirituale, quindi, dove l’anima e il cuore, feriti dal peccato o smarriti in vagabondaggi senza meta, ritrovano le vie salutari della misericordia divina nel sacramento della Confessione e quelle della luce e della speranza tracciate dal Vangelo di Gesù Cristo. Un luogo reso prezioso dalla celebrazione dell’Eucaristia, il sacramentum caritatis, il sacramento dove è Cristo stesso che si fa nutrimento delle nostre anime. Un luogo di intensa preghiera mariana, soprattutto con la recita del santo rosario. Un luogo dei miracoli, in primo luogo quelli della fede, della speranza e della carità cristiane, virtù teologali finalmente ritrovate per una vita ricca di senso e di felicità vera. Un luogo familiare e amato da tutti i cristiani e da tutti gli uomini e le donne di Trieste dove sostare in compagnia di Maria per incontrare il Signore e per ritrovare le ragioni del vivere. Un luogo di riconciliazione con Dio, con se stessi e con gli altri. Un luogo di pace.
4. Carissimi fratelli e sorelle, in questo giorno tanto caro alla pietà dei triestini, mi rivolgo alla Madonna per invocare la grazia della salute: quella spirituale delle nostre anime, quella fisica dei nostri corpi e quella materiale del nostro vivere in comunità. La salute, in tutti i suoi vari aspetti, è un bene prezioso che va implorato con una preghiera incessante. Alla Madonna della salute desidero affidare tutta la nostra amatissima Diocesi incamminata verso la celebrazione del Sinodo diocesano: sia Lei a indicare le strade da percorrere per realizzare un vero rinnovamento personale ed ecclesiale. A Lei affido i nostri bambini che si stanno aprendo gioiosi alla vita; i nostri giovani, inquieti per i tanti problemi e le tante inaspettate difficoltà circa il loro futuro; le nostre famiglie rese fragili da un lento, ma inesorabile dissolversi dei legami di amore e comprensione che dovrebbero tenerle unite al loro interno; le numerosissime persone che sono in cerca di lavoro o che lo stanno perdendo sotto i colpi durissimi di una crisi economico-finanziaria impietosa. I mesi che abbiamo di fronte saranno segnati dalla crisi e ci chiederanno di fare a gara per promuovere sempre più il bene della nostra città, con spirito di unità e solidarietà. Bisognerà amare Trieste, in modo corale e convinto, senza lasciarci irretire da colpevoli egoismi e miopi particolarismi. La risposta alla crisi, infatti, comporta una partecipazione solidale che inizia dal quotidiano di ciascuno di noi per estendersi alla famiglia, al quartiere, a tutti gli ambiti di vita. Di una rinnovata e forte solidarietà civile ha bisogno la nostra città e il nostro territorio: dobbiamo tessere relazioni buone a tutti i livelli; dobbiamo imparare il bene, contando su rapporti veri animati da carità e giustizia; dobbiamo lavorare insieme, facendo tesoro del grande valore civile del vivere in comune!
Che la Madonna della Salute ci protegga con la sua materna protezione e ci sostenga nel nostro cammino lungo le strade, spesso faticose e incerte, dei nostri giorni.