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Il Saluto della Settimana Liturgica di S.E Crepaldi

Saluto di Giampaolo Crepaldi | Arcivescovo-Vescovo | 22 agosto 2011

Carissimi,

sono lieto di dire una parola di saluto a tutti i convenuti a questa 62 edizione della Settimana Liturgica Nazionale, al Presidente del Cal S.E. Mons. Di Molfetta e al Segretario Generale che, con impegno e dedizione, promuovono e sostengono il rinnovamento liturgico nella Chiesa italiana. Un saluto particolare alle Autorità civili e militari che, con la loro presenza, onorano l’avvio di questa edizione della Settimana liturgica. Un saluto a voi convegnisti che avete accolto l’invito a venire in questa nostra città di Trieste, ricca di storie sofferte e di bellezza incomparabile, per riflettere sul fecondo rapporto tra Liturgia ed educazione. Un saluto anche ai tanti cristiani triestini che, con cordiale disponibilità, si sono resi attenti a questo significativo evento che riguarda da vicino anche la nostra Diocesi incamminata verso il Sinodo diocesano. Un saluto davvero speciale e un ringraziamento caloroso a S.Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Comastri, Vicario Generale di Sua Santità Benedetto XVI per la Città del Vaticano, che nella Basilica di San Pietro custodisce il tesoro inestimabile della liturgia romana.
La presente edizione della Settimana Liturgica ci aiuterà a scoprire  come Dio educhi il suo popolo e come la liturgia sia sorgente inesauribile di catechesi.  La Liturgia, infatti, è ricchissima di ammaestramenti, di indicazioni, di itinerari educativi e formativi. Attraverso di Essa, Dio stesso vuole educarci e portarci alla santificazione (cf. 1Ts 4,3), e ad una conoscenza piena della sua volontà (cf. Col 1,9), “fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4,13). Affinché questo si possa attuare e ognuno di noi risponda pienamente alla sua vocazione di battezzato – che è quella di rendere culto a Dio annunciando il Vangelo (cf. Rm 1,9) – è necessario che abbandoniamo la pretesa di sapere già tutto e ci mettiamo con umiltà ai piedi di Gesù come Maria, la sorella di Marta, che ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta (cf. Lc 10,38-42). Solo allora anche le opere di Marta daranno frutto: saranno un mettere in pratica quanto appreso da Gesù e con il suo stesso Spirito.
La Settimana Liturgica Nazionale porta con sé l’obiettivo di stimolare il popolo di Dio  a riscoprire la cattedra della Liturgia: attraverso di essa, Dio educa il suo popolo immergendolo nella Sue grandi opere che, mentre vengono ricordate, si compiono in coloro che le celebrano. Dopo che Adamo ed Eva hanno voltato le spalle a Dio, arrogando a sé il diritto di decidere ciò che è bene e ciò che è male, il Signore non li ha abbandonati alla morte, ma ha continuato e continua a cercarli e a chiedere: “Dove siete?” (cf. Gn 3,9), offrendo loro costantemente la possibilità di ritornare a lui e rivivere. Così è anche per noi: nella Liturgia, il Padre stesso ci cerca per educarci ad essere nuove creature nel Suo Spirito e per rigenerarci a quella vita nuova ed eterna conquistataci e donataci da Cristo nella Sua morte e risurrezione.
La celebrazione di questa Settimana Liturgica Nazionale qui a Trieste accompagnerà con i suoi frutti l’anno di preparazione immediata all’indizione ufficiale del Sinodo diocesano. Questo secondo anno di preparazione sarà particolarmente dedicato alla devota riscoperta del sacramento dell’Eucaristia. Ogni volta che partecipiamo, infatti, alla celebrazione dell’Eucaristia, soprattutto alla domenica, che è la Pasqua settimanale (cf. SC n. 102), noi facciamo memoria dei grandi eventi compiuti da Dio a favore dell’uomo: veniamo immersi nella storia della salvezza. In Cristo, Parola viva ed eterna di Dio Padre, e mediante la Chiesa nostra madre, siamo invitati a lasciarci rigenerare, a rinnovare la nostra fede e a riprendere con nuovo vigore il cammino verso il Cielo, senza dimenticare che, mentre procediamo verso la Patria celeste, è nostro dovere, come ci esorta l’apostolo Paolo, “per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12,1).
Ho scritto nel documento Essere Lettera di Cristo a Trieste: “Nel nostro cammino sinodale di rinnovamento pastorale, l’Eucaristia sarà… il cantus firmus della nostra Chiesa, quale fonte e culmine della sua comunione, alimento insostituibile per la sua missione di riconciliazione ecclesiale e sociale. La nostra Chiesa diocesana imparerà a essere casa di comunione nella quale trovano accoglienza gioiosa soprattutto i poveri di beni dello spirito e i poveri di beni materiali. L’Eucaristia è la miglior scuola perché tutti i cristiani crescano in una rinnovata coscienza di Chiesa grazie alla quale, nella partecipazione all’unico dono e nella collaborazione all’unica missione, tutti imparino a comprendersi e a stimarsi fraternamente, ad aspettarsi e a prevenirsi reciprocamente, ad ascoltarsi e a istruirsi instancabilmente, affinché la casa di Dio, cioè la Chiesa, sia edificata dall’apporto di ciascuno e perché il mondo veda e creda (Cf Gv 17, 21)” (n. 5.b).
In questa Settimana Liturgica, i Sacerdoti, potranno ritrovare nella Liturgia la scuola dove apprendere, ogni giorno, la straordinaria lezione di vita che Dio insegna e comunica.  La Liturgia, celebrata con rispetto e con amore fedele, sarà così il cuore della loro quotidianità, capace di vivificare la loro vocazione sacerdotale nella dedizione generosa alle opere di carità pastorale. Anche i fratelli e le sorelle della Vita Consacrata troveranno negli eventi liturgici quella mappa sicura per confermare, nella grazia della partecipazione devota, la loro totale consacrazione al Signore Gesù, povero, casto e obbediente. Anche i fratelli e le sorelle che vivono nel secolo e che – nella loro spesso difficile esperienza personale, familiare, professionale e sociale – conoscono meglio di tutti l’estrema urgenza di un rinnovato impegno formativo ed educativo della Chiesa e dei cristiani in una società che, con sconcertante insipienza, sta scialaquando il patrimonio di valori che le era stato consegnato dalle generazioni precedenti, troveranno nella esperienza liturgica il punto di riferimento per un rinnovamento della vita personale e sociale.  Il loro impegno educativo sarà corroborato da una partecipazione piena e fedele ai misteri santi che si celebrano nella Liturgia.
Ringrazio di cuore quanti della nostra Chiesa tergestina hanno speso parte del loro prezioso tempo a predisporre  il programma della Settimana Liturgica, che affidiamo ai nostri Santi Patroni, a San Giusto, alla Vergine Maria, nostra Madre e Stella della nuova evangelizzazione del Terzo Millennio. A tutti buona e feconda Settimana Liturgica!