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Si avvicina la Settimana Liturgica

scritto da Stefano Fontana (Direttore di Vita Nuova).

Il 26 giugno scorso l’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi ha presentato ufficialmente in Conferenza stampa le finalità e il programma della Settimana liturgica nazionale, che si terrà a Trieste dal 22 al 26 agosto 2011 con il titolo “Dio educa il suo popolo”. È un grande evento nazionale ed ecclesiale che porrà la nostra diocesi e la nostra città al centro dell’attenzione non solo dei liturgisti di professione ma anche di semplici sacerdoti, religiosi e fedeli. Sono attesi infatti un migliaio di partecipanti. Abbiamo chiesto all’Arcivescovo Mons. Crepaldi di aiutarci a capire i molteplici significati dell’iniziativa.

Eccellenza, in che senso si può dire che la Settimana liturgica nazionale sia un’opportunità per Trieste?
È un’opportunità per la Chiesa italiana, dato il suo carattere nazionale, è un’opportunità per la nostra diocesi ma è anche un’opportunità per la città di Trieste.

E non solo per l’affluenza di molti partecipanti o perché di Trieste si parlerà sui media, ma per l’esperienza in sé: Trieste deve cogliere l’opportunità della Settimana liturgica nazionale per uscire da una vocazione alla chiusura e all’autosufficienza che la caratterizza. La Settimana farà un gran bene a Trieste perché in un mondo globalizzato l’incontro con le altre realtà ecclesiali permette di crescere e di coltivare le relazioni per promuovere progresso, sviluppo e crescita delle persone.

Il titolo “Dio educa il suo popolo” è molto impegnativo in quanto collega la Settimana liturgica con il grande problema dell’educazione.

I Vescovi italiani hanno dedicato il presente decennio pastorale 2010-2020 al problema educativo o, come ormai dicono i giornali, all’emergenza educativa. L’espressione, come è noto, è stata lanciata da Benedetto XVI e la Chiesa italiana l’ha fin da subito presa sul serio. Per questo motivo il tema della Settimana liturgica è il rapporto tra la liturgia e la catechesi, vale a dire l’educazione alla dottrina e alla fede dentro la Chiesa. La liturgia è la sorgente di tutta la vita cristiana. Essa è infatti l’uomo alla presenza di Dio. Non è qualcosa di separato rispetto ad ogni altro impegno del cristiano nel mondo, anche se spesso viene vissuta in modo un po’ distaccato dalla vita. Educare alla liturgia ed educarsi nella liturgia significa quindi educarsi alla vita vera, che trova in Cristo la luce per comprendere se stessa fino in fondo.

Lei faceva cenno alla globalizzazione e alla presenza a Trieste di partecipanti di diversa provenienza. A cosa si riferiva?
L’organizzazione ha coinvolto Austria, Slovenia e Croazia da cui si attendono numerosi partecipanti. Alcune celebrazioni liturgiche saranno presiedute da Vescovi di queste nazioni. Oltre ad un carattere internazionale, la Settimana Liturgica ne ha però uno anche regionale. Ci sarà un pellegrinaggio ad Aquileia e i Vescovi di Udine, Pordenone e Gorizia celebreranno momenti liturgici durante la Settimana. Anche dalle diocesi limitrofe a Trieste si attende una ampia partecipazione. Come si vede non è coinvolta solo la dimensione nazionale o cittadina.
Tornando al programma, sono previste varie e importanti relazioni.

Ascolteremo, tra gli altri, il cardinale Scola, il cardinale Angelo Comastri, il Vescovo di Brescia mons. Luciano Monari, il Vescovo mons. Bruno Forte e il prof. Luca Diotallevi. Nell’ambito della liturgia non si parlerò però solo di liturgia, ma anche di spiritualità, di radici cristiane, di iniziazione cristiana, di Sacramenti, di musica sacra, di catechesi e, appunto, di educazione. Si parlerà di giovani e di adulti e si terranno dei confronti per centri di interesse in cui sarà possibile narrarsi le diverse esperienze e fare tesoro di un patrimonio comune.

Nella scorsa seconda domenica di Pasqua o domenica della Divina Misericordia, lei ha scritto una Lettera  in Preparazione alla Settimana liturgica nazionale …
Ho scritto ai fedeli della diocesi di Trieste per ricordare loro come Dio ha educato ed educa il suo popolo. Lo ha educato soprattutto sacrificando Suo Figlio e facendo di Lui l’unico sacrificio a Dio gradito. E’ Cristo il Tempio, è Lui l’altare, è Lui il sacerdote ed è Lui la vittima sacrificata. Ho voluto ricordare che dopo il rifiuto dell’uomo Dio non lo ha abbandonato ma gli ha offerto la possibilità di ritornare a Lui. Cristo, attraverso la Chiesa, suo Corpo mistico, si offre quale sacerdote ed educatore di tutta l’umanità e la liturgia è sempre celebrazione della sua Pasqua e attesa della Sua venuta. Credo che possiamo approfondire di più il significato della liturgia della Chiesa, soprattutto quello della Santa Messa. Da questa maggiore conoscenza ed approfondimento potranno nascere molti benefici per la nostra vita di cristiani ed anche per la nostra vita di uomini e di donne impegnati nei diversi campi sociali.

La liturgia sta molto a cuore a Benedetto XVI. Crede che in questa Settimana liturgica il riferimento al Papa si farà sentire?

È vero, Benedetto XVI ha dedicato molte sue ricerche, quando era teologo, alla liturgia ed ha scritto opere fondamentali su questo tema. Il primo volume della sua opera omnia dal titolo “Teologia della liturgia” contiene proprio gli studi liturgici. Da Papa si è dimostrato molto interessato a curare la liturgia, a darle la solennità che merita, a rimetterla al centro della vita del cristiano e della comunità cristiana ove fosse stata in qualche caso trascurata. Nella Introduzione al volume ora citato, il Papa afferma una cosa molto importante per la nostra Settimana liturgica nazionale: la liturgia attesta il primato di Dio.

Perché bisogna cominciare dalla liturgia? Perché prima di tutto c’è Dio. La liturgia è il modo giusto di glorificarlo, di rispondere a Lui. La liturgia risponde alla domanda: come devo pormi davanti a Dio?

La giusta risposta da dare a Dio coincide con il culto divino. La liturgia è quindi ancorata all’atto fondamentale della nostra fede e, quindi, trova posto nell’insieme della nostra esistenza cristiana e umana.

fonte: vitanuovatrieste.it